Lo stadio Antonino Pio di Pozzuoli visto dal drone [FOTO]

Stadio Antonino Pio di Pozzuoli, II secolo d.C

Gli attuali resti dello stadio Antonino Pio di Pozzuoli non rendono giustizia alla grandiosità dell’opera realizzata dall’imperatore Antonino Pio nel II secolo d.C. per onorare la memoria del suo predecessore Adriano.

Dalla pagina del Parco Archeologico Campi Flegrei:

Il monumento, a pianta rettangolare (circa m. 260 x 73), lungo 260 metri, con uno dei lati brevi curvi (sphendone)  e l’altro appena curvilineo, si presenta attualmente attraversato dalla moderna via Domiziana, realizzata nel 1932.
Esso sorge nel suburbio occidentale della città, con il lato lungo settentrionale prospiciente la via Domitiana (oggi via Luciano) e quello opposto – oggi quasi del tutto scomparso a seguito dei vari movimenti franosi che hanno interessato nel tempo la collina della Starza- affacciato sul Golfo di Pozzuoli (per approfondire: Lo Stadio puteolano di Antonino Pio)

 

Così, il drone sorvola quest’importante sito archeologico romano per osservare – dall’alto – con una prospettiva diversa un luogo oggi visitabile solo in date particolari.

E pensare che duemila anni fa, in questo stadio, migliaia di persone si radunavano per assistere ai giochi atletici quinquennali chiamati Eusebeia voluti dall’imperatore Antonino.
La folla urlante, le voci, le gare, la vita che ruotava intorno a questo luogo contrasta con l’indifferenza generale nella quale lo stadio di Antonino Pio è caduto oggi.

 

Stadio Antonino Pio di Pozzuoli visto dal drone

 

Panorama mozzafiato

Dal cielo, in un nitido pomeriggio di settembre, il drone cattura il magnifico panorama del golfo di Pozzuoli, con le isole ben visibili e il litorale della zona flegrea a disegnare l’ennesimo, indimenticabile quadro naturale.

Quante volte osserviamo tale spettacolo?
E ogni volta, da qualsiasi angolo scrutiamo l’orizzonte, restiamo incantati.
Immaginiamo che anche gli antichi romani, dall’alto delle gradinate dello stadio Antonino Pio di Pozzuoli, esploravano lo stesso panorama restando, come noi, rapiti!

Potremmo mai abituarci a tanta Bellezza?

 

Stadio Antonino Pio di Pozzuoli, le foto dal drone

Le foto dal drone sono opera di Mario Monfrecola.

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Le foto del lago d’Averno: miti e leggende visti dal drone

Le foto del lago d’Averno, teatro naturale dei nostri eventi

Per catturare la magia di un luogo dove miti e leggende convivono da secoli, ci affidiamo agli scatti dal drone.
Le foto del lago d’Averno scattate da cento metri d’altezza confermano il fascino di una zona a noi nota, teatro naturale di diverse iniziative del Gruppo Archeologico Campi Flegrei APS.

Come non ricordare la danza delle lucciole, l’atteso evento che si ripete ogni anni tra maggio e giugno?
Una passeggiata che regala emozioni a tutti i partecipanti, grandi e piccini proprio come in una fiaba moderna!

Oppure, il famoso tempio di Apollo, edificio del II sec. d.C.: ciò che si vede oggi sono i resti di un grande edificio termale (guarda le foto del tempio di Apollo visto dal drone).

 

Le foto del lago d'Averno dal drone

 

Il lago senza uccelli

Il drone decolla, mentre raggiunge quote sempre maggiori immortala il paesaggio.
Raggiunta l’altezza desiderata, la fotocamera volante – stabile nonostante un leggero venticello – compie un giro completo e scatta foto.
In lontananza, da un lato é ben visibile il castello di Baia, Capo Miseno e dal lato opposto l’agglomerato urbano di Rione Toiano.
Tra i due punti opposti, il verde lussureggiante dei campi flegrei.

Al centro, lo specchio d’acqua del lago d’Averno, di un colore insolito, cupo, a ricordarci le origini del suo nome.
Il nome “Averno” deriva dal greco antico “ἄορνος” (àornos), che significa “senza uccelli”.
Secondo gli antichi, i vapori solforosi e le esalazioni provenienti dalle acque del lago erano mefitiche, ricche di anidride carbonica da rendere impossibile agli uccelli volare sulla sua superficie, perché sarebbero subito morti asfissiati.
Da qui il nome “lago senza uccelli”.

 

Le foto del lago d’Averno

Le foto sono opera di Mario Monfrecola: buona visione 🙂

 

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Le foto di villa del Torchio dall’alto [IMMAGINI DAL DRONE]

Le foto di villa del Torchio vista dal drone

Le foto di villa del Torchio dall’alto regalano una visuale più generale della villa romana di Quarto.
Con il drone che parte da un’altezza di settanta metri e immortala il sito archeologico dal cielo in una serie di immagini ravvicinate.

La fotocamera volante cattura il paesaggio circostante, il luogo dove sorge l’antica villa rustica.
Poi, il drone scende a velocità graduale e avvicindandosi pian piano verso la villa del Torchio, fotografa e documenta questo importante sito assimilabile ad una moderna fattoria (una delle poche strutture con funzione produttiva che ben si conserva nei Campi Flegrei).

Dall’alto, è possibile riconoscere il centro commerciale e il grande parcheggio, il paese di Quarto, l’arteria che collega il comune flegreo con la tangenziale di Napoli e il litorale all’orizzonte.

La foto di villa del Torchio vista dal drone

 

La galleria fotografica

Un grazie a Mario Monfrecola, autore degli scatti di villa del Torchio dal drone.

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Il tempio di Apollo sul lago d’Averno visto dal drone [FOTO]

Il tempio di Apollo sul lago d’Averno non è un tempio

Durante la passeggiata alla scoperta della “Danza delle Lucciole sul lago d’Averno” prevediamo una tappa al tempio di Apollo.
In realtà, tale sito – nonostante il nome – non è un luogo dove si celebravano riti religiosi.

Il tempio di Apollo sul lago d’Averno risale al II sec. d.C. e ciò che si vede oggi sono i resti di un grande edificio termale (per i dettagli, si rimanda alla pagina dedicata sul sito del Parco Archeologico Campi Flegrei).

Ciò che colpisce i nostri visitatori, piuttosto, è la maestosità dell’opera costruita in un contesto naturalistico di rara bellezza, tra il verde lussureggiante della nostra magnifica zona flegrea.

Un luogo dove, durante le nostre visite guidate nelle tiepide serate di primavera, osserviamo svolazzare le tante libellule, qualche tartarughina nuota nel lago adiacente mentre uccelli e gabbiani spesso sostano dove un tempo sorgeva la cupola dell’edificio.
E, soprattutto, dove assistiamo al fenomenale spettacolo che la Natura ci regala tra maggio e giugno, la “Danza delle Lucciole” (segnaliamo la testimonianza di un partecipante con le foto della passeggiata di fine maggio).

Insomma, il tempio di Apollo sul lago d’Averno merita la nostra attenzione.
Perché oltre a fungere da importante testimonianza di un passato glorioso, è parte integrante di un mosaico composto da innumerevoli perle naturali, storie epiche, narrazioni di miti e leggende, amori e guerre che le nostre appassionate guide vi racconteranno col solito, coinvolgente entusiasmo!

Il tempio di Apollo sul lago d'Averno visto dal drone

 

La galleria fotografica

Le foto sono opera di Mario Monfrecola.
Dal drone, è ben visibile la struttura ottagonale del tempio di Apollo.
Da apprezzare – oltre al lago d’Averno – anche il castello di Baia (in lontananza).